Il Dentice e la sua pesca in mare dalla barca

Il dentice (Dentex dentex) è una tra le prede più ambite da chiunque pesca dalla barca.

I suoi colori intensi e il “muso” dalle fattezze cattive degli esemplari adulti ne fanno una presa la cui leggenda va al di là delle reali capacità dell’avversario una volta che è stato incannato.

Vediamo di scoprire molte curiosità biologiche sul suo conto e di conoscere le tecniche di pesca più usate per dargli la caccia.

Il Dentice (Dentex dentex) a appartiene alla famiglia degli Sparidi, la stessa della quale fanno parte anche i saraghi e le orate.

La differente dentatura della specie di cui parliamo rispetto a quelle dei “cugini” onnivori però ci suggerisce che si tratti di un pesce dal carattere più brusco, in altre parole di un feroce predatore.

Il dentice un corpo compresso e alto. Il suo dorso è sormontato da una pinna lunga, che riprende la colorazione della livrea ed è composta di 12-13 raggi spinosi. La colorazione del corpo di questa specie è una delle cose che più affascinano un pescatore che ha avuto la fortuna (diciamo così) di prendere almeno un esemplare di buona taglia. Da vivo il colore argenteo del ventre passa a bianco sul ventre mentre, man mano che risale verso il dorso, tende al rosa, con riflessi talora dorati o violacei, a volte anche tendenti all’azzurro. La coda è ampia, abbastanza forcuta e retta da un peduncolo largo e muscoloso. Le pinne pettorali sono lunghe e terminano con una sottile punta.

In bocca al dentice stanno i motivi della sua fama: quattro canini grandi e acuminati che tra alcuni trainisti o verticalisti dello Stivale gli sono valsi il soprannome di “vampiro”. Sulle grandi mandibole (quella inferiore è prominente) trovano posto anche altri dentini conici, di dimensioni inferiori rispetto a quelle dei “canini”. Anche se la misura minima di legge è di 25 centimetri (pari a circa tre etti di peso) la specie riesce a raggiungere il metro per dieci chili di peso massimo.

Fatta questa considerazione, va da sé che rilasciare un esemplare giovane, slamandolo delicatamente e tenendolo per il minor tempo possibile al di fuori dal suo elemento sarà la migliore cosa da farsi.  

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Altri due pesci somigliano al dentice!

Soltanto i pescatori che hanno una certa esperienza riescono a fare la differenza al primo colpo d’occhio fra il dentice comune (Dentex dentex) e altre due specie piuttosto simili: il dentice corazziere (Dentex gibbosus) e il pagro (o “dentice praio”, dal nome scientifico Pagrus pagrus).

Il primo si distingue dal dentice comune per la gobba sopra gli occhi che gli è dovuta quel particolare nome scientifico, mentre il secondo si caratterizza per le punte della coda bianche mentre il colore della gran parte del corpo, su fianchi e dorso, tende al rosso-arancio piuttosto che al rosa-viola; inoltre presenta striature verticali larghe di colorazione più intensa. Anche queste due specie, come ovviamente il dentice, sono prelibate sotto l’aspetto culinario.

Consigli per pescare in mare il dentice dalla barca: traina col vivo e artificiale, affondatore, piombo guardiano o monel, jig, inchiku, bolentino - PescaFishingShop.com

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Dentice: tecniche di pesca

Scontroso, astuto, diffidente, cattivo, assassino: sul dentice si è detto di tutto ed è stato apostrofato con appellativi anche non troppo lusinghieri. Il fatto che sia un assassino non è però fatto negativo visto che si tratta di uno splendido animale che caccia per nutrirsi.

Per questo le tecniche di pesca più impiegate per catturarlo sono generalmente quelle che si servono di un pesce di esca vivo (per lo più procedendo in traina) oppure che lo simulano, servendosi di un artificiale (trainato o recuperato in verticale).

Metodi d'affondamento

I dentici trascorrono la maggior parte della loro vita sui fondali rocciosi, nuotando a profondità comprese tra 30 e 80 metri. Questo giustifica la decisione di noi pescatori di ricercarlo con le varie tecniche di traina affondata, servendosi di un’esca viva, di un’insidia naturale morta o di un artificiale. I diversi metodi di affondamento del terminale innescato influiscono sulla scelta dell’esca e si adattano più o meno a determinati tipi di fondale, da monitorare in modo costante guardando l’ecoscandaglio.

La più diffusa tra le pesche a traina di fondo mirate al dentice consiste nella pesca con piombo guardiano (400-900 grammi), ovvero con una zavorra montata su di uno spezzone di un metro – tre metri pronto a rompersi in caso di incaglio. La pesca con piombo guardiano viene usata in abbinamento a esca viva (calamaro, occhiata, aguglia, sugarello) o, più di rado, a un’esca morta, solitamente un calamaro. Altro sistema è l’affondatore, vale a dire un piombo di grossa stazza montato su un cordino apposito, sul quale è montata una pinzetta a sgancio a pressione calibrata per la lenza che proviene dalla canna. Questo sistema si adatta a quasi tutti i tipi di esca ma necessita di una strumentazione specifica.

Il terzo dei sistemi d’affondamento più usati consiste nell’impiego del monel nella bobina di un grosso mulinello rotante, spesso un attrezzo elettrico. Il monel è un filo metallico che affonda con una data inclinazione in acqua, inclinazione che varia a seconda del libbraggio del filo metallico, dunque dello spessore del filo. La pesca a traina con il monel si effettua in prevalenza usando esche artificiali tipo minnow, con paletta metallica, sondando fondali misti di roccia e posidonia a profondità non superiori a 40 metri. Per tutte queste tecniche di pesca comunque avremo occasione di preparare articoli tecnici specifici, approfonditi e dettagliati di montature, velocità di traina e tanti altri consigli.

Fascino artificiale

Fra le altre tecniche capaci di catturare il dentice ci sono anche quelle in verticale, più moderne. Parliamo per lo più di vertical jigging ed inchiku, senza però dimenticare il bolentino con l'esca viva.

Il jig sceso sul fondo farà degli sbalzi e lascerà al dentice solo poche frazioni di secondo per decidere se dare il via all’inseguimento dell’esca mentre l’inchiku si muoverà più lento e sinuoso, lasciando che sia l’octopus in gomma a tentare l’attacco del dentice. La ragione che più delle altre può far scattare l’attacco del predatore è la territorialità, la voglia di cacciare lo strano intruso nel suo territorio. Ed è forse per questo che alcune catture, comunque in percentuale importante sul totale vengono fatte allamando i dentici per la testa o per il fianco.

Anche per quanto riguarda la pesca in verticale al Dentex dentex dobbiamo dire che questo non può essere un articolo tecnico per cui diamo appuntamento a future trattazioni che approfondiscano la pesca in verticale mirata a questo pesce che comunque non necessita di attrezzature eccessivamente rigide, che potrebbero far perdere un po’ il gusto della pesca. Tra le tecniche poi anche il drifting leggero può essere tecnica da dentice, purché ci si serva di canne affidabili di lunghezza compresa tra 2,4 e 4 metri e di lenze per madre e calamenti mai sotto lo 0,40 millimetri, e volentieri spesse anche fino allo 0,50. Le esche in questo caso saranno principalmente le sardine anche se l’esca viva in particolari battute di pesca con piombature importanti potrà regalarci gran belle soddisfazioni rosa.

 

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