Pesca Tenya Fishing: artificiale più esca naturale

TENYA FISHING: un grande articolo per conoscere le reali potenzialità della pesca a tenya fishing. Il suo principio è semplice: una testa piombata che porta un'esca naturale, da trascinare e animare sopra il fondo

La pesca sportiva è in evoluzione continua e questo anche per merito delle sempre maggiori (e sempre più semplici) vie di comunicazione globali che permettono agli appassionati di comunicare tra loro, da un capo all'altro del mondo, i risultati ottenuti con determinati tipi di pesca.

Gli appassionati così hanno occasioni sempre più numerose per confrontarsi e consigliarsi delle tecniche. Questo ha contribuito alla diffusione presso un gran numero di pescatori italiani di questo modo di pescare, un modo che forse non rappresenta una grande rivoluzione ma che di certo è un modo di pescare a sé, curioso e anche redditizio se, come per tutte le pesche, è praticato nel modo migliore, dimensionando esche e attrezzature ai pesci presenti e all'area di fondale sulla quale ci si trova.

Il tenya, fra curiosità e scetticismo

Noi italiani siamo gente scettica, magari critica, e questo in genere è un bene.

Diciamo questo perché, di conseguenza, siamo tutti portati a chiederci se davvero una nuova tecnica di pesca (come può essere la pesca a tenya) sia davvero un modo di per prendere pesci e per farci divertire, oppure rappresenti una trovata di qualche marca di prodotti per la pesca di farci comprare migliaia di canne apposite, centinaia di migliaia di esche, per poi lasciarci a bocca asciutta.

La domanda è più che legittima e la risposta è che questa nuova tecnica (nuova per noi) può essere efficace nei confronti di queste specie: gallinelle, tracine, pagelli, scorfani, pagri, gronghi, murene, sciarrani e più raramente nei confronti di cernie, pesci San Pietro, dentici, tanute, rombi. Anche i polpi ci si agganciano volentieri anche se questa pesca non è rivolta a loro.

tenya fishing pescare con esca naturale

Una tecnica di pesca facile ma non semplicissima... però che pesci!

Letto così l'elenco delle prede più frequenti delle esche tenya sembrerebbe facile riempire un igloo di pesci diversi, in realtà le specie che si potranno prendere nel corso di una battuta di pesca dipenderanno dal tipo di fondale su cui si fanno muovere le esche, e anche dall'area geografica in cui ci si trova.

Per fare degli esempi, possiamo dire che chi pescherà su fondali sabbiosi bassi (come quelli d'Adriatico) potrà prendere soprattutto gallinelle, spesso dette “mazzole”, oltre a qualche pagello, passera o rombo, e anche orata se si è fortunati. Chi userà i tenya in acque fangose profonde mirerà soprattutto a pagelli e rovelli ma potrà agganciare pesci San Pietro e sciabola e, fortunosamente, anche moscardini. Sui fondali rocciosi invece saranno gli scorfani, i gronghi e le murene le prede principali, accompagnata da piccoli sciarrani e, se si è fortunati, da un bel dentice.

Tenya Fishing: artificiale più esca naturale. Consigli per questa tecnica di pesca in mare: canne, mulinelli, trecciato, teste piombate, kabura – PescaFishingShop.com

Ma come è fatto un tenya? Con questa parola si indica quel tipo di artificiale in lega di piombo che ha una “testa” con anellino per il collegamento della lenza e un amo che esce trasversalmente, diciamo “in orizzontale” con il gambo rivolto verso il fondo e la punta in alto, come ad indicare la lenza madre.

Questa posizione dell'amo è ottimale in quanto riduce gli incagli sul fondo che comunque restano un rischio reale su fondali di roccia o misti. Su alcuni modelli è presente un amo aggiuntivo, di numerazione inferiore montato su uno spezzone di cordino di una decina di centimetri. 

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Teste piombate... che imitano!

La testa piombata dalla quale esce l'amo può essere più o meno imitativa. Esistono modelli che tendono all'ovale ed hanno un rivestimento iridescente con occhi in rilievo, e poi ce ne sono altri che assomigliano più a piombi da bolentino che non ad artificiali, con una testina a tronco di cono verniciata in modo più o meno semplice. I modelli che si trovano nei nostri negozi non sono molti, segno che probabilmente questa moda 2011 della pesca a tenya non è stata tanto ventilata dalle aziende produttrici di esche, quanto piuttosto venuta per il passaparola dei risultati ottenuti da chi la pratica da tempo in Italia, compreso il sottoscritto. Tornando agli artificiali, e a quanto si stava dicendo sulla forma della testa, ci sono delle differenze di efficacia tra i “piombi” a tronco di cono e le testine iridescenti più rifinite, in favore di queste seconde per la cattura in particolare di pagelli e pagri. Questa differenza però si può notare solo a parità di scelta dell'esca naturale, della giusta grammatura e del diametro del filo che si impiega per il terminale, tre fattori fondamentali per catturare che, almeno a parere del sottoscritto, influiscono di più del tipo di testina usata.

Modificare delle esche kabura per pescare a tenya fishing ?

Dal punto di vista costruttivo un tenya non è molto diverso da un kabura. Il tenya non ha le codine in gomma e lo skirt (cioè il “gonnellino” o “ciuffo”) che è tipico degli artificiali da pesca a kabura. Nella pratica, dalla testa realizzata per fusione e verniciata non esce un secondo occhiello o gancetto per l'aggancio di un assist doppio, ma esce un grosso amo singolo, in genere un Aberdeen od O'Shaugnessy di misura compresa tra il 2/0 e il 6/0.

Il rimedio

Per ovviare all'assenza degli artificiali di tipo tenya nei negozi della mia zona, e anche per evitare l'impiego di un amo di misura “barra zero”, alcuni anni fa ho iniziato a servirmi delle esche kabura per pescare a tenya. La modifica è molto semplice e, fra l'altro permette di intercambiare su una stessa testina piombata, finalini con ami (specie di assist, se vogliamo) di diverse lunghezze e con uncini di numerazione più o meno grande, in modo da adattarli a diverse esche e a mirare in modo più specifico ora al pagello ora allo scorfano. Nella pratica l'operazione di modifica consiste nell'asportare tutto dal kabura (assist, gonnellino, codine in gomma) e successivamente fissare all'anellino di aggancio un assist per l'innesco dell'insidia naturale. Si potrà trattare di un solo bracciolo con due o tre ami in serie o di due braccioli con un amo ciascuno. I materiali che possono essere impiegati sono: cordino da assist hook, multifibra di diametro minimo 0,30, nylon, fluorocarbon, cavetto d'acciaio, filo d'acciaio (tipo piano wire). Per quanto riguarda gli ami saranno le esche che impiegheremo e le prede che ricerchiamo a indirizzarci nella scelta. Essendo molto ampio il ventaglio delle possibili catture non si può essere molto restrittivi nella scelta e conviene sicuramente preparare più finalini montati con diversi materiali e ami che vadano da una misura numero 4 a una 7/0. Per queste grandi misure può essere scelto anche di impiegare un amo singolo.

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Esche vincenti

Anche nella pesca a tenya, come nel bolentino, la scelta dell'esca condiziona tutto: il pesce che si può prendere, la scelta dell'area da ricercare per effettuare la battuta di pesca, il montaggio dell'artificiale, il filo per la realizzazione del finalino, quello dello spezzone immediatamente superiore all'esca e, a volte, anche quello per la lenza madre. Le esche di gran lunga più usate sono i gamberi e i cefalopodi. Siccome è molto importante che l'esca tenga bene agli ami (soprattutto nel caso di strofinamento su fondali rocciosi) il gambero può essere innescato intero (con la corazza) oppure rassodato da filo elastico. Se si usa un tenya con un grande amo di misura “barra zero” infileremo il crostaceo a risalire partendo dalla coda e pianteremo poi il secondo amo (quello più piccolo, montato sul cordino) nei pressi del carapace. Sempre nell'ottica di preferire una materia prima d'innesco più corposa a un piccolo calamaretto intero può essere preferito il cappellotto, cefalopode che a parità di dimensioni è nettamente più coriaceo). Ricordiamoci che un boccone un po' più resistente avrà anche la possibilità di pescare più a lungo su quei fondali dove abbondano gli sciarrani e le donzelle, piccoli pesci che possono mordere un'esca ma difficilmente la rovinano se è adeguata allo scopo.

Duri che durino

Proprio nell'ottica di realizzare bocconi particolarmente resistenti, i cefalopodi possono essere usati tagliati “a strisce”, la seppia e il totano di grossa taglia sono utili allo scopo. Ottimi inneschi si possono realizzare con tentacoli di polpo o moscardino. Una pesca molto particolare è praticata innescando il granchio vivo su fondali rocciosi ma porta a pochi risultati se non a una fortunosa orata. Poco usati sono anche i pesci esca, per lo più sardine, anche se bisognerebbe dire che le esche dei primordi (vedi riquadro a margine) in fatto di abbinamento tra artificiale e naturale, vale a dire gli sgombri, sono efficaci quando sono fatti a filetti: catturano gronghi, mostelle e murene sui fondali rocciosi e gallinelle e tracine sulla sabbia.

Tenya light

Con particolare riferimento alla pesca sui fondali sabbiosi vogliamo anticipare un tipo di pesca del quale parleremo probabilmente in un futuro prossimo una pesca con artificiali tenya di grammatura piuttosto bassa e diverse canne posizionate in pesca in simultanea, posate contro il bordo del natante o in appositi poggiacanna orientabili, per praticare una pesca a scarroccio con esche che toccano in fondo e che solitamente catturano bei pagelli.

 

Esche, prede, fondali

Quali insidie preferire per avere successoEsca             prede su roccia                                                         prede su sabbia

Gambero      sciarrano, pagro, sarago, scorfano, tanuta                 pagello, tracina, gallinella

Cefalopode  sciarrano, pagro, tanuta, murena, grongo, scorfano  gallinella, tracina, pagello

Sgombro      grongo, scorfano, murena, cernia, sciabola                gallinella, tracina, grongo, nasello

Sardina         murena, grongo, scorfano                                          tracina, gallinella, grongo, nasello

 

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