La pesca in mare a bolentino sui relitti – Pesca Fishing Shop

La pesca a bolentino sui relitti: i relitti di navi affondate sono quasi sempre ottimi spot di pesca, zone di rifugio predilette da tante specie di pesci. In questo articolo vi proponiamo una sorta di vademecum che ci descriverà tutto quello che conviene fare per divertirsi pescando a bolentino, con la fondata speranza di poter arricchire il nostro carniere con prede di un certo pregio come mostelle, scorfani, dentici, pesci San Pietro e pagelli

Ogni battuta di pesca ha una storia a sé, lo sanno bene tutti gli appassionati che prendono il largo con la propria barca o con quella di amici.

Le battute di pesca a bolentino sopra un relitto però hanno sempre un qualcosa di particolare, vuoi perché offrono possibilità concrete di prendere pesci “di peso”, vuoi perché in quelle occasioni la nostra battuta si intreccia inevitabilmente con la storia di un'antica disgrazia del tempo di guerra o di un naufragio dovuto ai marosi.

La pesca in mare a bolentino sui relitti: consigli per pescare mostelle, scorfani, dentici, pesci San Pietro su navi affondate. Canne e mulinelli – PescaFishingShop.com


Natura che “ricopre”

Quando una nave arriva sul fondo del mare inizia un processo inevitabile di “aggressione” da parte della natura. Un lento fiorire di alghe e gorgonie, accompagnato dalla curiosità dei pesci che sfruttano questo nuovo ambiente vuoi per mettersi al riparo delle correnti (è il caso di branchi di piccoli pesci, come le castagnole rosse) vuoi per stabilirvi la propria tana.

Quando una nave di una certa stazza, magari spezzata in diversi tronconi si adagia su un fondale uniforme sabbioso o fangoso posto fra i 40 ed i 130 metri dalla superficie le condizioni per la pesca sono davvero ottime: quel punto, da marcare e custodire gelosamente sul Gps, sarà un hot spot per la pesca al bolentino.

Dovremo considerare infatti che oltre alle specie prettamente “di tana”, come gronghi, mostelle, capponi, potremo catturarne anche altre che frequenteranno la zona per approfittare degli alimenti che potrebbero trovarvi: si tratterà spesso di pagelli interessati ai gamberetti ma anche di pesci San Pietro e sciabola attirati dall'abbondanza di castagnole rosse e menole di fondale.

Cosa ci serve per pescare sul relitto?

Prima di scendere nel dettaglio delle attrezzature per il bolentino sui relitti, poco più avanti, dobbiamo anticipare che per praticare il bolentino su questo tipo di spot ci serviranno attrezzature potenti e affidabili. Per pescare fino a 90 metri potremmo usare mulinelli manuali, a bobina fissa o rotante, ma consideriamo che già a partire dai 60 metri un piccolo mulinello elettrico aiuterà non poco la nostra azione di pesca.

 

Specie da prendere

Cosa catturare sui relitti e con quali esche farlo:

            Specie           profondità     esca consigliata

            Cappone       40-100           mezza sardina

            Grongo          tutte    sardina intera

            Mostella         40-130           mezza sardina

            Pagello          40-100           gambero sgusciato

            San Pietro     60-130           castagnola rossa

            Sciabola        80-130           sardina intera

            San Pietro     60-130           castagnola rossa

            Sciabola        80-130           sardina intera


Bolentino su relitto: le canne e i mulinelli per questa pesca

Per la pesca su un relitto l'attrezzatura deve decisamente essere sovradimensionata rispetto a quella che si impiega di solito per un comune bolentino costiero.

I motivi sono essenzialmente due, collegati fra loro: da una parte la maggiore taglia dei pesci che si possono incannare e, dall'altra, la necessità di forzare queste prede nelle primissime fasi del combattimento. Su ogni relitto infatti esiste il rischio che la cattura si intani o che comunque riesca a tagliare il filo facendolo sfregare contro un pezzo di lamiera squarciata. 

Partendo dalla canna, consiglio di ricorrere ad attrezzi di lunghezza compresa tra 2,4 e 3,5 metri. Le lunghezze comprese tra queste due misure danno una giusta leva per contrapporsi alle prime sfuriate dei grossi pesci, staccandoli alla svelta dal fondo, come è necessario fare. Quanto alle grammature indicative (qualora il costruttore le abbia riportate) devono essere comprese fra il mezzo chilo e il chilo. Le canne telescopiche che rispondono a questo requisito si contano sulle dita di una mano, per questo il sottoscritto opta per delle canne a innesto in due sezioni (più la vetta) che si contraddistinguono anche per un'ottima disposizione degli anelli. In questa specifica pesca bisogna sempre essere pronti a ferrare, per questo consiglio ad ogni appassionato di pescare con una sola canna, e di dedicarsi a quella con la massima attenzione. Per il mulinello potremo optare per un affidabilissimo bobina fissa, oppure per l'elettrico. Nel primo caso potremmo caricare in bobina del trecciato (il cosiddetto filo in multifibra) da 30-40-50 libbre seguito da almeno dieci metri di nylon trasparente dello 0,50 o 0,60 mm. Nel caso del rotante elettrico caricheremo in bobina almeno 250 metri di multifibra da 50 libbre, seguiti da una decina di metri di nylon dello 0,70 o 0,80. Questo spezzone garantirà maggiore resistenza all'abrasione, nel caso in cui il filo possa essere portato a toccare le gorgonie o a strofinare contro il relitto. In questi casi il multifibra sotto forte trazione si farebbe tagliare con ogni probabilità.

Le esche e i terminali per il bolentino sul relitto

Il relitto non è uno spot di pesca adatto ai principali vermi marini che si comprano in scatoletta, come coreani e muriddu. Sugli ami, che pure si differenzieranno a seconda dei pesci che vorremo prendere, metteremo esche diverse ma tutte “di pescheria”: sardine, acciughe, cappellotti, calamari (interi o a strisce) e gamberi. Gli anellidi, se non proprio inutili, possono essere riservati alla “pesca leggera”, per effettuare qualche lancio con una seconda canna al di fuori del relitto alla ricerca magari di qualche pagello. La nostra pesca vera e propria però dovrà svolgersi in verticale, tenendo il piombo appena sollevato dal metallo della carcassa della nave.

1/0 e 0,50

Questi sono i numeri classici della pesca su relitto, rispettivamente della numerazione degli ami (a becco d'aquila) e dello spessore in millimetri della lenza. Un amo dell'1/0 è ideale per pescare praticamente di tutto mentre il filo è sicuramente adatto a mostelle, capponi e gronghi di medio-piccola taglia. Per quelli più grossi, dovremo sicuramente ricorrere all'acciaio, sotto forma di cavetto da 30-50 libbre di carico di rottura. Ovviamente non avremo a disposizione la stessa invisibilità e dunque le catture di pesci San Pietro e mostelle saranno di meno, per contro neppure un grongo da 20 chili avrà modo di tagliare la lenza... Il risultato del recuperò dipenderà da noi e dalla sorte.

Due al massimo

I terminali potranno essere a due o a un solo bracciolo. Per la pesca di pesci di media taglia consiglio di usare il nylon, montando due braccioli da 40 centimetri su un trave da un metro. Per il collegamento scegliamo girelle di buona qualità bloccate fra perline incollate con adesivo apposito. In alternativa possiamo ricorrere ai manicotti (da serrare con pinza) ma in questo caso sarà opportuno scegliere un filo più spesso (tra 0,70 e 0,90 mm di diametro) per realizzare il trave. Allo stesso modo, per la ricerca di gronghi di taglia dovremo utilizzare un trave di diametro minimo 0,70 mm da abbinare al bracciolo metallico. Solo in questo caso l'amo potrà salire fino alla misura 6/0.


Pesca a bolentino sul relitto: l'azione di pesca

Una volta realizzato il boccone, sistemiamoci a poppa, nel pozzetto della nostra imbarcazione, e caliamo il terminale. A seconda della corrente e della profondità della zona di pesca avremo montato una zavorra di peso compreso tra 130 e 500 grammi. Abitualmente comunque sono quelle da 200 e 300 grammi le più impiegate. è importante che la nostra lenza venga a trovarsi in verticale, in modo da non lanciare troppa lenza a disposizione del pesce, che tenterà di intanarsi dopo la ferrata. La tocca non arriva sempre decisa. Dovremo fare attenzione alla vetta della canna, specialmente quando un po' di mare mosso renderà tutto più difficile.

Ferrata e recupero

Quando sentiremo un “appesantimento del piombo” oppure (ed ovviamente) quando avremo visto il vettino “caricarsi” dovremo assestare un bella ferrata e recuperare velocemente. Qualche volta capiterà di ferrare a vuoto ma è sempre meglio rovinare un innesco, recuperare e rifarlo, piuttosto che lasciare che un bel pesce si intani nel relitto. Poi, quando avremo acquisito una discreta dose d'esperienza, le ferrate a vuoto non si faranno così frequenti.


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